PMP vs ISIPM: quale certificazione scegliere?

Jul 1 / Management Academy
Nel contesto attuale del lavoro, certificarsi come Project Manager è diventato un passo fondamentale per chi desidera distinguersi. Le certificazioni non sono solo un riconoscimento formale, ma rappresentano una garanzia di competenza per aziende, enti pubblici e clienti.
Due delle principali opzioni in Italia sono la PMP (Project Management Professional) e l’ISIPM (Istituto Italiano di Project Management).

Sebbene entrambe attestino competenze nel project management, si differenziano per approccio, riconoscimento e finalità.

Panoramica della certificazione PMP

La PMP è una certificazione internazionale rilasciata dal Project Management Institute (PMI), un'organizzazione statunitense con una lunga storia nella promozione delle competenze di project management a livello globale. Questa certificazione si basa sullo standard PMBOK (Project Management Body of Knowledge) ed è progettata per professionisti che gestiscono progetti complessi in ambienti dinamici e multiculturali. Il PMP è largamente diffuso nel settore privato e particolarmente richiesto da grandi aziende, multinazionali e società di consulenza.

Panoramica della certificazione ISIPM

Il PMP, acronimo di Project Management Professional, rappresenta uno standard internazionale di altissimo livello nel campo della gestione dei progetti. È basato su una struttura metodologica ben definita, costruita attorno a processi organizzati in cinque gruppi principali e dieci aree di conoscenza, secondo il PMBOK® Guide pubblicato dal Project Management Institute. L’approccio è fortemente orientato alla gestione formale del progetto, con attenzione particolare alla pianificazione dettagliata, alla gestione del rischio, alla qualità e alla comunicazione tra stakeholder.

Una delle caratteristiche che rendono il PMP così richiesto a livello globale è la sua uniformità metodologica, che consente ai professionisti certificati di adattarsi facilmente a contesti aziendali anche molto diversi tra loro. Inoltre, la certificazione richiede un esame impegnativo, articolato su 180 domande e basato su scenari realistici che mettono alla prova la capacità decisionale del candidato. Questo lo rende particolarmente adatto a chi ambisce a ruoli di responsabilità in progetti complessi, sia in ambito privato che nel settore tecnologico e industriale a livello internazionale.

L’ISIPM, invece, nasce in Italia e si configura come una certificazione più accessibile, pensata per essere fruibile anche da chi si avvicina per la prima volta al project management. La struttura dell’ISIPM si basa su un modello integrato di competenze che include aspetti metodologici, comportamentali e contestuali, offrendo così una visione più ampia ma meno tecnica rispetto al PMP. Il suo punto di forza è l’adattabilità al contesto normativo e organizzativo italiano: le linee guida ISIPM sono infatti strettamente correlate alle norme UNI ISO 21500 e UNI 11648, il che ne facilita l’applicazione nei settori pubblici e regolamentati.

Dal punto di vista operativo, l’ISIPM propone un percorso modulare, con una prima certificazione di base (ISIPM-Base), che richiede solo lo studio teorico dei contenuti, e un secondo livello avanzato, orientato alla pratica e alla capacità di applicazione sul campo. Questo rende l’ISIPM una scelta ideale per chi lavora in contesti italiani, dove spesso è richiesto un riconoscimento formale delle competenze in sede di selezione pubblica o interna, ma anche per chi vuole procedere con gradualità nella propria formazione.

Infine, una differenza non trascurabile è legata alla lingua e al contesto culturale: mentre il PMP è incentrato sull’inglese e su un approccio anglosassone alla gestione dei progetti, l’ISIPM è progettato interamente in italiano e tiene conto delle specificità legislative, gestionali e culturali del nostro Paese. Questo aspetto può fare la differenza, soprattutto per chi opera o desidera operare nel settore pubblico o in aziende italiane fortemente legate al territorio.

Requisiti di accesso a confronto

Quando si parla di certificazioni nel project management, è fondamentale valutare attentamente i requisiti di ammissione, poiché rappresentano il primo filtro per determinare quale percorso sia effettivamente adatto al proprio profilo professionale.

La certificazione PMP, considerata tra le più prestigiose a livello mondiale, prevede criteri d’accesso piuttosto selettivi. Per candidarsi all’esame è infatti necessario dimostrare un’esperienza lavorativa consolidata nella gestione di progetti. In particolare, i candidati in possesso di una laurea devono avere almeno 36 mesi di esperienza pratica in ambito progettuale maturata negli ultimi otto anni. Per chi invece è in possesso solo di un diploma di scuola secondaria superiore, l’esperienza richiesta sale a 60 mesi.

Questo requisito non è solo formale, ma deve essere documentato tramite un resoconto dettagliato dei progetti gestiti, con indicazione di ruoli, attività svolte e risultati ottenuti.

In aggiunta all’esperienza, è obbligatoria la frequenza di un corso di formazione specifico riconosciuto dal PMI, della durata minima di 35 ore, noto anche come "35 contact hours". Questo corso è fondamentale non solo per l’ammissione all’esame, ma anche per prepararsi a un test particolarmente complesso, basato su scenari reali e domande comportamentali che verificano la capacità di applicare principi metodologici in situazioni concrete.

Al contrario, l’accesso all’ISIPM-Base è molto più inclusivo. Non sono richiesti titoli di studio particolari, né esperienza pregressa nella gestione di progetti. Questa caratteristica rende la certificazione ideale per neolaureati, giovani professionisti o anche studenti universitari che desiderano iniziare a costruire una base teorica nel project management. L’esame ISIPM-Base si basa sulla conoscenza del modello integrato delle competenze ed è strutturato in modo da essere accessibile anche a chi ha una preparazione esclusivamente teorica.

Per quanto riguarda il livello ISIPM-Avanzato, invece, la situazione cambia. In questo caso, i candidati devono dimostrare un percorso formativo coerente e una certa esperienza nel settore, pur non essendo richiesti livelli minimi di mesi lavorativi. È inoltre fortemente consigliato (anche se non sempre obbligatorio) aver conseguito precedentemente l’ISIPM-Base, poiché il livello avanzato fa riferimento ai concetti introdotti nella certificazione iniziale. L’accesso all’ISIPM-Avanzato comporta anche una verifica più tecnica e applicativa delle competenze, con quesiti legati alla pianificazione, controllo e chiusura dei progetti.

In sintesi, la PMP è adatta a professionisti già esperti, con un solido bagaglio di progetti gestiti e una disponibilità a investire tempo e risorse in una formazione strutturata. L’ISIPM-Base rappresenta invece un primo passo formativo adatto a tutti, mentre l’ISIPM-Avanzato è pensato per chi ha già una certa esperienza e intende approfondire l’applicazione operativa delle tecniche di project management. La scelta della certificazione dovrebbe tenere conto non solo del livello di preparazione attuale, ma anche del tipo di carriera che si intende costruire nei prossimi anni.

Costi delle certificazioni PMP e ISIPM

Dal punto di vista economico, il PMP rappresenta un investimento maggiore. L’esame può costare tra i 400 e i 550 euro, a cui vanno aggiunti i costi per il corso preparatorio, che variano tra gli 800 e i 2000 euro. Inoltre, la certificazione ha una validità triennale e richiede un rinnovo, che comporta costi aggiuntivi. L’ISIPM, invece, è più accessibile, con costi d’esame contenuti (circa 250 euro per il livello base) e senza obbligo di rinnovo periodico.

Quale scegliere in base al profilo professionale

La scelta tra PMP e ISIPM deve essere guidata dal livello di esperienza e dagli obiettivi di carriera. Per un professionista con anni di esperienza, una certificazione internazionale come il PMP può aprire nuove opportunità, soprattutto in contesti multinazionali. Per chi invece è all’inizio del proprio percorso o lavora prevalentemente in ambito nazionale, l’ISIPM-Base rappresenta un primo passo concreto e meno oneroso.

Quale scegliere in base al contesto lavorativo

Chi lavora o aspira a lavorare in grandi aziende con sedi estere, dove la lingua di lavoro è l’inglese e i team sono distribuiti a livello globale, troverà nel PMP un alleato strategico. Per chi invece opera nella pubblica amministrazione, negli enti locali o in aziende italiane con rapporti con il settore pubblico, l’ISIPM risponde meglio alle esigenze locali e normative.

Pro e contro di ciascuna certificazione

Il PMP offre un marchio di qualità riconosciuto ovunque, ma richiede un impegno notevole in termini di tempo, denaro e preparazione. L’ISIPM è più flessibile, modulare e adatta a chi desidera crescere progressivamente, pur mantenendo un focus sul contesto nazionale. Entrambe sono valide, ma vanno valutate in base al proprio percorso professionale e agli obiettivi di medio-lungo termine.

Casi d’uso reali e testimonianze

Molti professionisti hanno trovato successo grazie alla certificazione giusta per il loro percorso. Andrea, ingegnere con esperienza in ambito tech, ha scelto il PMP per entrare in una multinazionale americana. Laura, invece, consulente nel settore pubblico, ha optato per l’ISIPM perché le ha permesso di partecipare a bandi con maggiore competitività. Le esperienze reali dimostrano che non esiste una certificazione migliore in assoluto, ma solo quella più adatta al proprio contesto.

Corsi consigliati per prepararsi

Per la preparazione al PMP è fortemente consigliato un corso ufficiale riconosciuto dal PMI, come quello della Management Academy. Per l’ISIPM, esistono percorsi formativi approvati direttamente dall’istituto, accessibili in aula o a distanza, con materiali aggiornati alle ultime edizioni dei manuali di riferimento.

Domande da porsi prima di scegliere

Prima di prendere una decisione è utile riflettere su alcuni aspetti: Qual è il mio obiettivo professionale nei prossimi cinque anni? Voglio lavorare in Italia o all’estero? Quanto tempo posso dedicare alla preparazione? Qual è il mio budget? Il mio settore valorizza certificazioni internazionali o nazionali?

Le risposte a queste domande aiuteranno a fare una scelta più consapevole.

La decisione tra PMP e ISIPM non va presa alla leggera. Entrambe le certificazioni hanno valore, ma rispondono a esigenze differenti. Il PMP è una scelta eccellente per chi ambisce a ruoli di leadership in contesti internazionali e vuole consolidare la propria posizione sul mercato globale. L’ISIPM, invece, è più adatta a chi lavora in Italia, specialmente nel settore pubblico o in aziende che operano con la PA. Valutare il proprio profilo, gli obiettivi di carriera e il contesto lavorativo è essenziale per scegliere la certificazione giusta.

Se vuoi approfondire, ti consiglio di consultare le fonti ufficiali: PMI.org e ISIPM.org, dove troverai dettagli aggiornati su programmi, esami, e materiali di studio.
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